Le colline delle alture tra Varazze e Cogoleto, comprese tra il corso del Teiro e quello dell’Arenon in particolare, sono state profondamente trasformate da una serie di incendi negli anni ‘80 e ‘90, e oggi hanno una vegetazione a metà tra la brughiera e la macchia mediterranea. Le cime di queste colline hanno una storia antichissima, legata agli abitanti che migliaia di anni fa, fin dall’epoca preistorica, le popolavano. In particolare, il culto del cielo e dei fulmini rendeva sacre alcune zona, ricche di serpentinite, dove appunto i fulmini si abbattevano con maggiore frequenza. Un tempo il mare era anche molto più vicino e queste alture erano ottimi punti di osservazione e di comunicazione sia verso il mare che, soprattutto, verso le altre colline. In epoca romana, da qui passava la via Aemilia Scauri, che collegava Luni con Vada Sabatia (oggi Vado Ligure).
La zona delle alture in gran parte prive di vegetazione arborea delimitata a Nord dalla località Ramognina e dal Passo del Muraglione, a Ovest dalla valle del Teiro e del Rio Galli e ad Est dalle valli dell’Arenon e dell’Arrestra.
Questi cumuli di pietre sono molto comuni in questa zona della Liguria, pare avessero la funzione di attirare i fulmini (sono blocchi di serpentinite)
La Cascina dei Piani è l'estrema propaggine dell'abitato di Sciarborasca, al confine del territorio di Cogoleto con quello di Varazze. La località è molto isolata dalle altre abitazioni, e si trova sull'altro versante del Rio Acquabuona. Un'antica via passava di qua, collegando le località di Persico, Sant'Ermete, e Maioa con il convento del Deserto, proprio attraverso i Piani del Deserto.
Gli incendi hanno trasformato queste colline sulle alture di Varazze in grandi praterie erbose, ma un tempo, solo 20 anni fa, erano in gran parte ricoperte di pini. Alcuni tronchi, bruciati e quasi vetrificati dagli incendi, resistono ancora in piedi da decine di anni.
Uno dei protagonisti della nuova flora di queste highland varazzine è il ginepro. Questo è ginepro rosso, una pianta molto resistente al vento e ai terreni aridi, e quindi prospera su queste sponde di terreno ghiaioso che trattiene pochissimo l'acqua. Il ginepro è un parente stretto dei cipressi, appartenendo alla stessa famiglia, e si può vedere come i frutti, o meglio gli strobili, sono simili a piccole pigne. Poi però il frutto del ginepro si trasforma in una specie di bacca tondeggiante, il cui nome tecnico è "coccola"
Una risorgiva ci dà la possibilità di osservare la stratificazione superficiale del terreno di queste highland erbose tra Varazze e Cogoleto. Lo strato più esterno è pietroso e ghiaioso, ma subito sotto si trova uno strato argilloso quasi impermeabile che fa scivolare l'acqua velocemente verso il fondovalle. L'acqua piovana raccolta in grandi imbuti nelle radure pianeggianti tra i versanti delle colline viene quindi subito convogliata in rii che scorrono rapidi raccogliendosi in corsi d'acqua via via più grandi. Questa sorgente è molto frequentata dagli animali selvatici, specialmente cinghiali, che qui vengono ad abbeverarsi e a fare bagni di fango.
Un tronco di conifera, ormai consumato dal vento delle intemperie, si staglia sull'immensa vallata costituita dalla confluenza dei torrenti Arenon e Arrestra, alle pendici del Parco del Beigua, sulle alture di Varazze.
Qualche animale ha perso il suo sottopelo su questi arbusti. Dal tipo di lanugine dispersa potrebbe trattarsi anche di lupi o volpi, o qualche ungulato (daini, caprioli, cervi), anche se meno probabile.
L'ultima casa di Via Colletta, Loc. Faje, spicca sul crinale che porta al Monte Priafaia e al Bric Montebe. Poco più in alto, passa la Strada Megalitica, antichissimo percorso rituale orientato lungo la direttrice del sole.
Il Porto di Varazze nella luce invernale del tramonto. Sullo sfondo l'isola di Bergeggi e Capo Noli.